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Il cinema dal tuo punto di vista! Abbassa le luci e mettiti comodo... questo è il posto giusto per discutere di film hai amato e odiato, di grandi capolavori, mega flop o miliardari blockbuster...
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Messaggio a cui vuoi rispondere:
Re: Re: Watchmen: Diario di Rorschach
Argomento: Il primo trailer di Watchmen
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By:
Ludwig
Posted:
08.03.2009 @ 08:42
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Premetto che non ho letto ( volutamente s'intende ) la Graphic Novel di Alan Moore, proprio per essere scevro da qualsiasi tipo di "condizionamento" o di pregiudizio; positivo o negativo che fosse. Allora, devo sinceramente ammettere che il film è davvero epico e visionario, come non mi capitava di vedere al cinema dai tempi del mio amatissimo "V per Vendetta", tanto per avere una "pietra" di paragone celluloide. Intriso di una malinconia pre-apocalittica, struggente ed immaginifico, con echi hippy e reverberi cyberpunk. Con un prologo fulminante, un combattimento a mani nude con chiarissimi rimandi al primo Matrix; con tanto di rallenty coreografico del Ninjutsu, di una destrezza ed armonia da lasciare letteralmente senza fiato. La figura quasi "Marlowiana" del vigilante Rorschach è il file-rouge che lega i vari personaggi, i diversi luoghi ed i "tempi" frammentati e paralleli della storia. Mentre il "Comico" ne è la "coscienza nera", una sorta di "Grillo Parlante" visto dall'ottica di Lucignolo; libero di dar sfogo alla sua-nostra parte peggiore, consapevole del fatto che ( forse ) non esiste una parte migliore da poter esprimere. La scena del funerale è bagnata e permeata da una "pioggia musicale" di rara bellezza; una suggestione "audio-visiva" che amplifica e dilata la sensazione di spaesamento spazio-temporale, e che dona un lirismo mistico-magico a cui è difficile sottrarsi. Il tema dell'Apocalisse nucleare, è solo il pretesto per una più ampia ed articolata riflessione sulla "finitezza" sia fisica che culturale dell'uomo, sulla sua fragilità ed inadeguatezza di fronte alle complessità dell'Universo, ed alla comprensione delle "meccaniche celesti" per dirla alla Battiato. In una umanità dolente e perdente che si dibatte futilmente per non "autoterminarsi", emerge la figura tragica e "Prometeica" del Dottor Manhattan, un"orologio umano" sulla cui "pelle" è testimoniata la volontà "autodistruttiva" del genere umano. La sua "fuga marziana" altro non è che la prova evidente che anche il "Divino" è percorso dall'invisibile filamento della "Creazione", dall'ancestrale e quotidiano "miracolo" che chiamiamo Vita. |
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