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Se siete vivi guardatelo!
Argomento: Se sei vivo spara - Director's Cut
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By:
Maut
Posted:
21.01.2008 @ 18:05
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E' un film molto interessante, all'incrocio di tre aree o generi: western all'italiana nella trama, quasi horror gotico nella realizzazione di molte scene, e film apertamente politico, in perfetto stile anni '60-70, nei significati. Aggiungeteci una bellissima colonna sonora più morriconiana di Morricone e un deserto bianco che più bianco non si può. Il tutto immerso in un'atmosfera che per una volta non è affatto gratuito definire allucinata, una favolosa via di mezza tra iperrealismo e surrealismo per la quale molti registi ben più celebrati di Giulio Questi darebbero/avrebbero dato dieci anni di vita.
Un capolavoro al 99%, con appena qualche debolezza nell'ultima parte che immagino sia un'altra conseguenza dei problemi di budget che si manifestano qua e là. Peccato, perché sarebbe potuto essere un capolavoro al 100%; ma resta una visione consigliata molto caldamente -- solo agli adulti perché è il western più violento che ricordi di avere mai visto!
Pare che, dopo i tagli imposti a suo tempo dalla censura, questa sia la versione integrale; comunque è approvata da Giulio Questi che imbastisce anche un interessante commento audio per tutta la durata del film, emergendone pure come una persona decisamente interessante.
Il restauro è ottimo, almeno per quanto posso giudicare sul mio CRT; solo a un certo punto per un minuto o due c'è una minuscola righetta verticale, che comunque non disturba minimamente. Ci sono un paio di momenti strani: una frase (una, e molto breve) in inglese con sottotitolo italiano (mancavano due secondi e mezzo alla colonna italiana!?) e la transizione tra i due layer è piazzata nel bel mezzo di un'altra frase, creando un buffo effetto di sospensione. Niente di grave comunque.
--- Attenzione: rischio spoiler! ---
C'è un Tomas Milian appena appena meno carismatico del solito, ma "bisteccone" come mai prima o dopo; tra l'altro a un certo punto viene quasi crocifisso per tortura -- notate la biancheria intima che indossa, improbabilissima nel Selvaggio West. E a proposito di "bistecconi", c'è un Ray Lovelock alla sua prima apparizione, bellissimo nella sua gioventù innocente, destinata a essere distrutta nell'incontro con il mondo reale, e ad autodistruggersi subito dopo. Viceversa, Marilù Tolo, non esattamente la più brutta donna mai apparsa su uno schermo, è conciata come se fosse appunto in un film gotico, e incarna un personaggio di rara sgradevolezza e antipatia.
E poi, il solito cattivissimo-tiranno-del-villaggio, pur rimanendo cattivissimo, è un poveraccio così solo da ridursi a parlare con il pappagallo (verso il quale ha peraltro un'ambivalenza emozionale non da poco). I soliti cattivissimi-pistoleri-al-suo-servizio sono dei "muchachos" gayissimi con un'uniforme a metà strada a metà strada tra Nudie Cohn e la Repubblica Sociale Italiana. In effetti, Giulio Questi era stato nella Resistenza e riporta qua non solo le sue posizioni politiche, ma anche l'orrore spirituale, morale e materiale di tutte le guerre e di quella guerra in particolare. D'altra parte, le interpretazioni omoerotiche e sadiche della guerra civile italiana e in generale del nazifascismo, che oggidì sono persino banali, non credo proprio lo fossero nel 1967 -- non sono particolarmente esperto nel genere, ma "Salò" è del 1975 e "Il portiere di notte" del 1974.
Il senso e l'interesse del film comunque vanno molto oltre una (banale o no) rivisitazione della guerra civile italiana. Come in molti western all'italiana, colpiscono la pervasività della morte, l'indifferenza verso di essa che consegue alla pressoché totale assenza di umanità, di moralità e di amore, il destino nefasto che violenta qualunque tentativo di salvare qualcosa di umano in questo inferno (vedi appunto la figura di Ray Lovelock e soprattutto la vicenda tra Tomas Milian e Patrizia Valturri - Elizabeth).
--- Fine rischio spoiler --- |
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