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Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...
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Rivedendo l'Esalogia: Episodio VI
Argomento: STAR WARS TRILOGY - Collector's DVD Box Set (4 DVD)
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By:
Davide Z
Posted:
19.06.2006 @ 15:50
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E’ già passato qualche giorno dalla visione di “Episodio VI – Il ritorno dello Jedi” (Episode VI: Return of the Jedi) ma alcuni impegni mi permettono soltanto ora di postare il commento.
Come avevo già scritto questo fu per me il film della riappacificazione dopo la brutta sorpresa (o quello che allora fu) di un “Impero colpisce ancora” finito …senza finale! All’epoca non accusai il film di tutto quello di cui è stato accusato per anni, regressione infantile per l’introduzione degli Ewoks, finale già visto con la Morte Nera eccetera. Mi piacque e basta. Con le ripetute visioni compresi che era meno compatto del secondo, un problema di ritmo.
Rivisto oggi mi sembra un film molto interessante perché, esattamente come “Episodio III”, le scene d’azione sono poco importanti, ciò che conta è il dramma umano di Luke opposto al padre. Da questo punto di vista la visione in lingua rivela inaspettatamente che questo è, della Trilogia Classica, il capitolo con la recitazione migliore. Sono tutti molto bravi. Che sia merito di Richard Marquand o di una maggiore consapevolezza ormai raggiunta dagli attori non lo so, comunque è così. Rivisto poi alla luce dell’Esalogia bisogna letteralmente innalzare un monumento a Ian McDarmid poiché recita Sidious nello stesso, identico, modo con il quale lo riproporrà tanti anni dopo nella Nuova Trilogia. Quindi l’impressione di continuità è ancora una volta molto forte. Poi, ovviamente, c’è il fatto che il dramma umano di Anakin Skywalker ora è ingigantito di milioni di volte: la scena assolutamente immensa in cui Fener uccide l’Imperatore (se non si piange qui non si è umani!) oggi risulta arricchita dalla consapevolezza del passato che torna a fare capolino nella vita dell’”uomo in nero”, che non era riuscito a salvare nessuno dei suoi cari e che ora può riscattarsi aiutando il figlio. Un’altra cosa: molti hanno criticato il fatto che in “Episodio III” Anakin si “vende” con troppa facilità all’Imperatore. La cosa mi è tornata in mente quando Luke qui recide la mano al padre (come Anakin a Mace Windu) e allora l’Imperatore considera il suo passaggio al Lato Oscuro come una cosa fatta: gli ordina infatti sbrigativamente di mettere fine al genitore e consegnarglisi. E questo passaggio marca la differenza fra padre e figlio, il primo, di fronte al male commesso capisce di essersi ormai compromesso e decide di andare fino in fondo, vigliaccamente e in tutta fretta. Il secondo invece capisce che è possibile redimersi, come poi fa anche il padre. Quindi Lucas abolisce i manicheismi esistenti tra Jedi e Sith affidando il futuro a un eroe che è l’esatto contrario di quello codificato dalla tradizione: non un asceta educato alla Forza sin dall’infanzia, ma un giovane profondamente legato ai suoi affetti ma che nel momento di crisi è dotato del giusto discernimento per capire la distanza che deve restare tra il Bene e il Male. Una persona immersa nella realtà, che sa affrontare il Male non perché è stato educato a farlo, ma per un senso di giustizia più profondo. E’ una bella morale.
“Il Ritorno dello Jedi” è un film che mi ispira sempre una profonda malinconia. Perché ha un sapore anni Ottanta che fa pensare a un periodo di grandi avventure cinematografiche. Ma anche perché chiude un ciclo. E perché mi mette di fronte al fatto che la saga è una storia triste. Nonostante i suoi personaggi a tutto tondo, infatti, è un racconto di gente che soffre, che cade e che pur redimendosi si lascia alle spalle una vita di errori. E di un figlio costretto a veder morire tutti i suoi mentori, lo zio, Obi-Wan, il padre. Quindi, parlando di battaglie nello spazio, Lucas esplora la crudeltà della vita. Forse sta in questo il senso del successo di Star Wars.
Concludo ringraziando quelli che hanno condiviso con me questa chiacchierata virtuale, chi ha soltanto letto, chi magari pensa che sono tutte sciocchezze. The Saga is Complete. |
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