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posted: 06.10.2020 @ 15:06

Penny Video e le altre: la ripartenza!

Nuova intervista a Simone Starace

Davide Z reporting...

 Per iniziare, una buona notizia: Penny Video (con tutta la galassia di etichette collegate) è viva e lotta insieme a noi!

 Era infatti un po' di tempo che non si avevano notizie delle uscite targate Opium Visions, Shockproof, Thunder Video, Forum Italia e Chiaroscuro: le ultime news risalgono ai primi mesi dell'anno e l'uscita più recente, il documentario L'Italia in viaggio con le FS ha avuto un percorso un po' travagliato nel passaggio dall'annuncio all'approdo vero e proprio sul "binario" :-)

 In mezzo, lo sapete, c'è stato infatti il Caos portato dall'emergenza sanitaria, con conseguente necessità di ripensare le strategie di mercato: da questo punto di vista, osservare come si muovono gli indipendenti è sempre interessante, perché grazie a loro abbiamo ancora un settore che investe in operazioni cinefile e si assume dei rischi.

Penny Video e le altre: la ripartenza!


 (Le varie collane di Penny Video in uno scatto!)

 Per questo abbiamo ricontattato Simone Starace, fondatore di Penny Video, per una chiacchierata che non è solo propedeutica a dare gli annunci del caso sulle prossime linee e uscite, ma anche perché la sua attività su più fronti – critico cinematografico, editore per l'home video, collaboratore con realtà istituzionali e, dall'anno scorso, condirettore del prestigioso Fantafestival di Roma insieme a Michele De Angelis – ci permette proprio di tracciare una mappa molto precisa di cosa significa fare editoria indipendente oggi e di come si muove il mercato su cui tutti noi operiamo.

 L'intervista è anche un modo per dare continuità al nostro progetto a più voci con gli editori più interessanti del settore: fu proprio con Penny Video che il ciclo era ricominciato quattro anni fa e così la chiacchierata diventa una riflessione sul “cosa è cambiato” in questo arco di tempo così breve, ma altrettanto burrascoso. Crediamo infatti di poter vantare un primato nell'essere l'unica realtà del web che analizza con attenzione e dedizione la situazione e quindi l'intervista tocca molti punti sensibili che non lasceranno indifferenti collezionisti e curiosi.

 Come sempre il tutto si articola nelle consuete tre parti: la prima è più relativa alla situazione generale e alle collaborazioni di Penny Video con varie realtà italiane. La seconda è dedicata alle linee che già conosciamo (da Opium Visions a Shockproof a Thunder Video). La terza, invece, si concentra su un nuovo progetto di cooperazione internazionale che, se sarà premiato dal pubblico, aprirà scenari molto interessanti per il mercato e per le nostre collezioni!
 
 Come sempre vale il nostro buona lettura.
 
Sommario...
 . Introduzione
 . Parte 1: Come eravamo
 . Parte 2: On the Road Again
 . Parte 3: Segnali dal futuro
 

 
 Si comincia con...
 

Parte 1: Come eravamo
 
Ciao Simone e bentornato su dvdweb. Prima di trattare lo specifico del settore home video ti chiederei una considerazione generale sulla situazione attuale. Sappiamo che l'emergenza sanitaria ha colpito duramente il settore cinematografico, molte sale sono ancora chiuse e non si sa se riapriranno, alcuni festival sono saltati, il settore dell'home video stesso ha avuto anche i suoi stop e le sue ripartenze, con voci di label pronte a lasciare per buttarsi totalmente sullo streaming. In quale scenario siamo dunque immersi? Te lo chiedo approfittando del fatto che sei sia un editore home video con Penny Video e Shockproof, che un operatore del settore festival, in quanto condirettore del Fantafestival.


 Grazie per l'invito e per l'attenzione che dedicate all'home video, anche in un momento drammatico come questo. Mi rendo conto che discutere del supporto fisico mentre ci sono esseri umani che rischiano la vita per il virus può sembrare pretenzioso, ma io credo che proprio in questi mesi si stia giocando a più livelli anche un'importante battaglia sul futuro della nostra vita culturale. Come sempre avviene nei momenti di crisi, i megacolossi dell'industria cercano infatti di ricontrattare le regole del gioco a proprio vantaggio, mentre gli indipendenti rischiano semplicemente di essere spazzati via da questa “evoluzione” programmata dall'alto. Nel nostro settore, in particolare, non soltanto si è radicata ulteriormente l'abitudine alla fruizione "all you can eat" dello streaming, ma c'è stato un azzeramento totale dell'intera filiera dell'home video. Davanti a uno scenario emergenziale come quello che abbiamo vissuto, è stata una scelta comprensibile e anche condivisibile, ma il problema è che a mesi di distanza non c'è nemmeno il lontano miraggio di un ritorno alla normalità. In Francia è in corso una mobilitazione generale di editori e cineasti per difendere il settore, riconoscendo al supporto fisico la capacità irrinunciabile di valorizzare un'offerta culturale alternativa. In Italia purtroppo vedo che molti colleghi si stanno invece arrendendo senza combattere, mortificati forse da chi preconizza l'avvento di un “Netflix della cultura” che a me ricorda da vicino il malefico Colossus del film distopico di Joseph Sargent.



 Noi con le nostre collane forse abbiamo sofferto più di altri il blocco della produzione, anche perché alcuni dei progetti su cui lavoravamo erano in collaborazione con importanti istituzioni pubbliche, che si sono trovate a fronteggiare situazioni molto delicate e hanno dovuto necessariamente fare i conti con altre priorità. Per fare un esempio concreto, il DVD realizzato con Ferrovie dello Stato (L'Italia in viaggio con le FS), pur essendo pronto da febbraio ha raggiunto molti negozi soltanto a fine luglio, registrando nonostante tutto un buon successo. Il DVD/BD di Tiro al piccione invece, essendo ancora in una fase preparatoria, ha subito un ritardo più consistente, anche se questo ci ha permesso di arricchire ulteriormente l'edizione.
 Come hai ricordato, io e Michele De Angelis dallo scorso anno abbiamo assunto la direzione del Fantafestival, storica manifestazione di cinema fantastico che ci siamo impegnati a rilanciare. Paradossalmente, proprio in un momento di precarietà assoluta, il nostro progetto di rinnovamento è stato premiato da Roma Capitale e da Regione Lazio, che dopo anni sono tornate a garantire alla manifestazione un sostegno anche economico. Ci troviamo quindi in una situazione per noi decisamente inedita: abbiamo i soldi, ma non sappiamo se riusciremo a spenderli. Per giunta, abbiamo dovuto rimandare una serie di iniziative del festival collegate alle uscite home video, come l'omaggio a Jeff Lieberman, che prevedevamo di avere ospite a giugno, in occasione del lancio dei DVD di Videokiller e Sindrome del terrore. Stiamo cercando di riformulare il progetto editoriale, facendolo coincidere con le nuove date di novembre del Fantafestival, sperando ovviamente di non avere altre brutte sorprese. Devo dire in ogni caso che, trattandosi di una situazione di incertezza generalizzata che colpisce anche tanti altri colleghi, i collezionisti ci hanno dimostrato finora grande comprensione e solidarietà, perdonandoci anche l'attesa prolungata sui titoli già in pre-ordine. Una prova di fiducia di cui siamo molto grati.
 
Restando ancora un attimo sul recente passato, sono passati quattro anni dalla nostra prima intervista. Nel frattempo è nato un certo giro di label indipendenti che hanno allargato la proposta, la stessa Penny Video ha creato nuove linee, è nata Shockproof, sono partite collaborazioni con Home Movies... vogliamo provare a tracciare un primo bilancio dell'avventura? Quali sono stati i passaggi di cui sei più fiero e cosa si prova a essere un capofila?

 Personalmente mi reputo soddisfatto di aver portato in home video film di Fritz Lang, Ida Lupino, Joseph H. Lewis, Wes Craven, Chris Marker, Maurizio Nichetti, Chang Cheh e Peter Watkins, ma è una valutazione da semplice cinefilo, che prescinde da qualsiasi considerazione professionale. Se abbiamo dato un qualche contributo alla scena italiana è stato quello di dimostrare che anche una label minuscola e completamente indipendente poteva crearsi un proprio spazio sul mercato, puntando sulla cura editoriale dei prodotti e sul rapporto con i collezionisti. Ricordo che da principio i negozianti faticavano a capire sotto quale genere catalogare un Heartbreak Motel, ma nonostante qualche diffidenza iniziale ci siamo fatti strada e siamo arrivati persino sulle pagine dei quotidiani. Credo in particolare che successi inattesi come quello di Death House abbiano colto un po' tutti di sorpresa. Fino ad allora il dogma era che un film del genere, senza doppiaggio, non avrebbe mai potuto funzionare commercialmente, mentre i riscontri più che lusinghieri di Death House o Christmas Evil hanno svelato l'esistenza di un pubblico attento e ricettivo. Da lì è iniziata una collaborazione sempre più frequente con Home Movies, con edizioni limitate come quella autografata di Dark Waters, che è servita da stimolo e modello per la nascita di altre label simili. Naturalmente non sta a me giudicare i risultati raggiunti da noi o da altri, ma direi che in generale gli appassionati italiani possono godere oggi di un panorama più ricco e stimolante di quello in cui ci muovevamo noi all'inizio.


 
Un lavoro particolare è stato fatto sul cinema italiano, attraverso le collane Chiaroscuro (in collaborazione con la Cineteca Nazionale) e Forum Italia (con il Centro Studi Cinematografici), che ha portato al recupero di titoli eccellenti come Non contate su di noi o Domani si balla!. Mi interessa approfondire non solo il lavoro tecnico e pratico che si nasconde dietro ogni proposta, ma anche quello di relazione con realtà e istituzioni simili.

 Ecco, l'unico mio vago motivo di orgoglio risiede proprio nella fiducia che ci viene continuamente accordata da committenti d'eccellenza come il Centro Studi Cinematografici, la Cineteca Nazionale o addirittura le Ferrovie dello Stato. Fiducia che tutto sommato ritengo ben riposta, visto che lo scorso anno abbiamo vinto addirittura il Peter von Bagh Award per il DVD/BD di Non contate su di noi, mentre quest'anno eravamo candidati con Apollon/Contratto e L'Italia in viaggio con le FS. Lavorare in simbiosi con le istituzioni richiede un rigore e una trasparenza assoluti, ma in compenso ci ha dato la possibilità di concretizzare due collane che senza una qualche forma di sostegno pubblico sarebbero state semplicemente impensabili. C'è anche da dire che queste istituzioni alla fine sono pur sempre fatte da persone e in questo senso noi abbiamo sempre avuto il piacere di trovare degli interlocutori molto appassionati e umanamente disponibili. Un altro partner fondamentale con cui stiamo portando avanti diversi progetti è l'Archivio Cinema Impresa di Ivrea, con cui c'è stata da subito un'ottima intesa. Anzi, proprio sull'onda di queste esperienze a me piacerebbe allargare a dismisura il giro delle collaborazioni, visto che esiste un'ampia costellazione di archivi che finora abbiamo appena sfiorato, come la Cineteca del Friuli, la Cineteca Lucana o anche l'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
 Il lavoro sul cinema italiano costituisce il coronamento delle nostre attenzioni per film e autori non canonici, capaci in questo caso di illuminare linee d'ombra nella storia del nostro Paese. Dalla visione di Non contate su di noi, Apollon: una fabbrica occupata o Domani si balla! emerge infatti un'Italia ben diversa da quella raccontata dalla commedia italiana più tradizionale o anche dallo stesso cinema d'autore. Nel prossimo futuro continueremo a indagare personalità irregolari come Augusto Tretti, ma anche titoli meno noti di autori giustamente celebrati come Ermanno Olmi. C'è anche un progetto, pensato insieme al Centro Studi Cinematografici e all'Archivio di Ivrea, per pubblicare il Don Bosco di Goffredo Alessandrini, altro regista da riscoprire al di là delle etichette più superficiali. Stiamo avviando infine una serie di verifiche su alcuni film dei fratelli Taviani, ma lì come spesso capita la titolarità dei diritti è molto frammentata, per cui ci vorrà del tempo per venirne a capo.


Parte 2: On the Road Again
 
Veniamo quindi al catalogo e ripartiamo da Opium Visions. L'ultima uscita della collana è Scherzo diabolico, del maggio 2019. La domanda è duplice: da un lato in che tempi dobbiamo aspettarci una ripresa e se ci puoi anticipare qualcosa sui generi o titoli su cui vi state orientando...


 Per Opium Visions abbiamo in preparazione almeno altri due film di Adrián García Bogliano, ovvero Non morirò sola e Black Circle, ma a causa del lockdown il calendario di produzione ha subito forti rallentamenti, per cui verosimilmente usciremo prima con un altro titolo, Per te nuda mi vendo l'anima (1968), noir tedesco ad alta gradazione erotica, che segna anche la prima uscita in Blu-ray della collana. È un'edizione realizzata in stretta collaborazione con i colleghi tedeschi di Forgotten Film, che qualcuno forse conoscerà già per l'ottimo lavoro condotto su Escalation. La tiratura sarà limitata a 200 copie, in vendita da novembre. Affrontare questa nuova avventura ci ha riportato per certi versi ai tempi per noi pionieristici di Maliziosamente, ma siamo molto soddisfatti del prodotto finale, che oltre al film restaurato proporrà anche il doppiaggio d'epoca, il trailer italiano e persino il cineromanzo uscito su “Topfilm”.


 
...dall'altro versante c'è la considerazione che Scherzo diabolico è al momento l'unico titolo “moderno” della linea, dedicato a un interessante autore in fase di scoperta in italia, come Adrian Garcia Bogliano. Da cui la curiosità se ci saranno altri nomi cui sarà dedicata attenzione, magari proprio in parallelo all'attività del Fantafestival.

 Nonostante le profonde mutazioni del mercato audiovisivo, il Fantafestival resta una vetrina internazionale fondamentale per il cinema fantastico. La nostra intenzione è di potenziare questa piattaforma e coordinarla con le nostre attività editoriali, come è accaduto appunto per Black Circle di Bogliano, ma come accadrà anche per alcuni dei film proposti nelle varie retrospettive del Fantafestival 2020. Un cult delirante come Transformer di Glen Coburn, per anticipare un esempio concreto, dopo il passaggio al festival confluirà presto in DVD nella collana Thunder Video. La scelta di dirottare il singolo titolo in una collana piuttosto che in un'altra è legata a una miriade di fattori, anche contrattuali, ma diciamo che in generale cerchiamo di rispettare la filosofia di ogni label. In alcuni casi, proprio per un discorso di coerenza, preferiamo sub-licenziare alcuni film ad altri editori, come per 36 pasos di Bogliano, uscito con Home Movies. Anche Snuff Massacre (alias Masacre esta noche) uscirà del resto per Digitmovies, che ha ereditato la collana Spasmo Bunny.
 
Dal versante di Shockproof invece? L'ultima uscita, Boxer Rebellion mi ha colpito al cuore in quanto appassionato di cinema di arti marziali e degli Shaw Brothers: ci saranno altre proposte del genere? E in generale cosa bolle in pentola?

 Oltre ai due film di Jeff Lieberman in arrivo a novembre, abbiamo in serbo una serie di classici dell'ozploitation (incluso Patrick), che prevediamo di pubblicare ormai nel 2021. A dicembre, nella sottocollana Shockproof Classics, dovremmo intanto uscire in BD con un piccolo cult della fantascienza anni '50, Terrore sotto il sole di mezzanotte (Terror in the Midnight Sun).



 Devo ammettere che purtroppo Boxer Rebellion non ha ottenuto i riscontri che avremmo sperato, nonostante si tratti a parer mio di una delle opere più ambiziose e moderne di un maestro come Chang Cheh. Considerando anche le difficoltà nell'acquisire i diritti dalle library asiatiche, purtroppo non so quando potremo tornare a lavorare su questo genere di film. Stiamo però trattando per capire se sia possibile editare La dialectique peut-elle casser des briques? (1973), oggetto decisamente anomalo che speriamo possa incuriosire gli amanti del cinema orientale. Si tratta in sostanza di un ridoppiaggio creativo di un film di arti marziali (il già notevole Mani di ferro), con l'aggiunta di dialoghi decontestualizzati che diventano una parodia del cinema d'azione ma anche di quello d'impegno politico. Un po' la stessa operazione fatta da Woody Allen in Che fai, rubi?, ma con un gusto “situazionista” tipico della Francia post '68.


Parte 3: Segnali dal futuro
 
Un progetto molto interessante che ancora non è stato rivelato pubblicamente – lo facciamo adesso – è quello di cooperazione con altre realtà europee. Di cosa si tratta?


 In occasione di Non contate su di noi avevamo già sperimentato con ottimi risultati la collaborazione con un altro editore europeo, l'austriaco Cineploit. In quel caso noi avevamo messo a disposizione diritti internazionali, materiali restaurati e bonus, dividendo poi a metà i costi vivi di produzione (authoring e duplicazione). In pratica, l'idea è quella di produrre un solo disco con audio e/o sottotitoli in più lingue, in modo che possa essere agilmente commercializzato nei vari mercati europei, cambiando e localizzando soltanto il packaging esterno. In questo modo si possono dividere fra più editori i costi di realizzazione del supporto Blu-ray, che tutto sommato sono ancora relativamente pesanti, specie per titoli di catalogo o di nicchia. In fondo è una strategia commerciale molto simile a quella che adottavano già vent'anni fa majors come Warner o Sony, quando per minimizzare i costi producevano DVD con doppiaggi e sottotitoli in più lingue.



 Visto il successo del primo esperimento, abbiamo valutato con Forgotten Film la possibilità di co-editare insieme Per te nuda mi vendo l'anima, contribuendo concretamente anche alla ricerca dei materiali necessari per finalizzare il restauro. Nelle stesse settimane è giunto a maturazione un progetto precedente che avevamo discusso con Klubb Super8, che in collaborazione con lo Svenska Filminstitutet stava preparando una serie di Blu-ray dedicati al cinema cult svedese degli anni '70 (in particolare il decamerotico Le pecorelle del reverendo e la serie The Language of Love). A quel punto mi è venuto spontaneo mettere in contatto fra di loro i nostri due co-editori e a questo primo nucleo si sono poi aggiunti ulteriori partner per i mercati di lingua inglese (Mondo Macabro), francese (Extralucid) e finlandese (Night Visions). Insomma, per farla breve si è creata una brigata di editori indipendenti che, grazie a questo network europeo, hanno trovato una formula per pubblicare in Blu-ray dei titoli di nicchia, minimizzando i rischi economici che solitamente affliggono questo tipo di recuperi. Sinceramente, considerando le incognite del futuro, questa mi sembra la soluzione ideale per mettere in sicurezza attività editoriali come la nostra, che si rivolgeranno sempre più a un pubblico selezionato ed estremamente esigente. Per i collezionisti italiani, inoltre, questo significherà che saranno finalmente disponibili sul nostro mercato edizioni identiche in tutto e per tutto a quelle straniere, senza master di seconda scelta o extra che si perdono per strada. Noi stessi, d'altra parte, intendiamo approfittare di questa logica per dare il massimo risalto internazionale ai prossimi film italiani su cui andremo a lavorare.


 
Puoi fornirci qualche dettaglio in più sulle edizioni dei cult svedesi?

 The Language of Love è una serie di fine anni '60 appartenente al filone dei cosiddetti film “sessuologici”, che mescolando finzione e documentario si proponevano di fornire al pubblico i primi rudimenti di quella che oggi chiameremmo educazione sessuale. Naturalmente, in molti casi l'intento pedagogico nascondeva precisi calcoli commerciali, per cui il confine fra divulgazione scientifica e pornografia diventava piuttosto labile, affidato semmai al buon gusto del regista. Devo dire però che, almeno per me, rivedere oggi questi film è un'esperienza decisamente straniante: di erotico è rimasto ben poco, mentre si resta spesso disturbati dalla franchezza e dalla modernità con cui vengono affrontate tematiche ancora oggi incandescenti (per dirne una, la sessualità delle persone disabili). Benché qui in Italia questo genere di film fosse all'epoca straordinariamente popolare, la serie di The Language of Love non ha mai trovato una distribuzione nostrana, quindi noi proporremo in Blu-ray i primi due capitoli in versione originale, all'interno di un cofanetto che abbiamo voluto battezzare Amore alla svedese, anche in omaggio al Jacques Baratier di Amore alla francese. Come bonus, ci saranno materiali d'epoca e interviste retrospettive, più alcune versioni alternative pensate per i mercati di lingua inglese.

 Come uscita singola, sempre in Blu-ray, proporremo anche Le pecorelle del reverendo, che è invece un divertissement più leggero, una commedia maliziosa con qualche tocco soprannaturale. La trama è di impronta boccaccesca, ma la confezione è molto raffinata, sia per quanto riguarda la fotografia in Techniscope che per il sontuoso cast femminile (Magali Noël, Margit Carlqvist). Il film a suo tempo ebbe una certa fortuna anche sugli schermi italiani, ma purtroppo il doppiaggio d'epoca risulta perduto, per cui proporremo solo la versione in lingua originale con sottotitoli, accompagnata da un backstage d'epoca.


 
Il titolo atteso in queste settimane è Tiro al piccione di Montaldo, che ci riporta infine al cinema italiano. Puoi darci qualche indicazione sui tempi di uscita effettivi e sull'edizione?

 Come anticipavo, Tiro al piccione è il progetto che ha accusato di più i ritardi legati al lockdown. Il restauro realizzato da Cineteca Nazionale e Cinecittà era pronto in realtà già dall'anno scorso, quando è stato presentato alla Mostra di Venezia, così come pure la lunga intervista a Giuliano Montaldo che ha realizzato per noi Alberto Crespi. Il problema principale è che per mettere insieme queste edizioni DVD/BD noi dipendiamo da svariati fornitori italiani ed esteri, per cui strada facendo si sono accumulati una serie di piccoli ritardi legati alle rispettive realtà produttive. Stiamo lavorando in ogni caso per recuperare il tempo perduto e confidiamo di arrivare nei negozi prima di Natale. La dilatazione dei tempi ci ha permesso in ogni caso di concentrarci con maggiore serenità su alcuni aspetti e, in particolare, siamo felici di essere riusciti a intavolare un dialogo con la Fondazione Ansaldo, che ci ha consentito di includere nel cofanetto anche il mediometraggio Genova. Ritratto di una città, che è una sorta di opera seconda di Montaldo. Se aggiungiamo una ricchissima galleria fotografica e un booklet di 16 pagine, possiamo dire insomma di avere un bel pacchetto di extra, come non se ne vedono spesso in Italia. Nel complesso, sono convinto che si tratta dell'edizione più preziosa che abbiamo realizzato finora e, a giudicare dalle prenotazioni, credo proprio che sarà anche uno dei nostri bestseller.




A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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