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posted: 17.10.2018 @ 14:33

Il punto sui classici: nuova intervista a Midnight Factory!

Si rinnova l'appuntamento con la casa del Male fatto Bene

Davide Z reporting...

 “Siamo schiacciati dal tempo, non lo si può fermare” diceva il caro Lucio Fulci e quelle parole hanno ancora più senso oggi in cui tutto si consuma in fretta e un breve periodo può comunque tracciare una grande distanza!

 Sono infatti passati appena cinque mesi dalla precedente chiacchierata con i responsabili di Midnight Factory, ma l'acqua passata sotto il proverbiale ponte è davvero tanta! La linea Classics si è consolidata e veleggia verso la seconda cinquina d'uscite, ci sono state proposte importanti, qualche polemica e aspettative sempre al top, in un mercato che nel frattempo cambia.

Il punto sui classici: nuova intervista a Midnight Factory!


 Situazione ideale, quindi, per tornare sul punto e mettere in fila i tanti argomenti. Così, ecco la nuova e promessa intervista alla casa del “Male fatto Bene”, in cui si discute un po' tutto: il destino della distribuzione in sala, alla luce di un pubblico sempre più impigrito, le scelte per la linea Classics e il futuro.

 A rispondere ai nostri microfoni ritroviamo Alessandro Bonetti, Production & Planning Manager Homevideo di Koch Media, che fa le veci anche del collega Manlio Gomarasca, impegnato in una trasferta all'estero.

 Nelle quattro parti che seguono troverete per la prima volta anche le risposte ufficiali e definitive su questioni molto discusse come il master video di Carrie, le cover affidate al Maestro Enzo Sciotti e il sibillino annuncio legato ad Halloween: il classico di John Carpenter farà o meno parte della linea Midnight Classics? Leggete e saprete!

 Nel ringraziare ancora una volta Alessandro e Koch Media, auguro come sempre a tutti buona lettura!

Sommario...
 . Introduzione
 . Parte 1 – La sfida del cinema in sala
 . Parte 2 – Pensare i Midnight Classics
 . Parte 3 – Il suo nome è Sciotti. Enzo Sciotti!
 . Parte 4 – Qualità e aspettative: guardando al futuro
 


 Si comincia con...
 

Parte 1 - La sfida del cinema in sala
 
Ciao Alessandro, è un piacere ritrovarci per questa nuova chiacchierata. Tanti gli argomenti da toccare, inizierei dalla distribuzione in sala: la stagione è iniziata sotto il segno dell'horror, con il successo di The Nun della Warner Bros, che sembra però confermare la predilezione del pubblico per un certo tipo di prodotto, basato su grosse proprietà e spaventi facili. Voi che fate un grande lavoro di ricerca sul genere come vedete questa tendenza?


 Capisco la preoccupazione: fare ricerca su prodotti originali e non legati a grosse proprietà significa rivolgersi a un'utenza inevitabilmente più ricercata. È una ricerca complessa, anche se sempre legata al compromesso tra il contenuto e il commerciale. Il caso di The Nun è molto particolare, è un titolo che sfrutta una vicenda molto apprezzata, soprattutto dal pubblico giovane, ma anche dall'utenza “classica”. Quindi è inevitabile che poi si proceda seguendo la stessa formula. Da un punto di vista strettamente distributivo è una situazione perfetta!



A proposito di prodotti non legati a grosse proprietà, la vostra ultima proposta in sala è stata Revenge, che nonostante sia un bellissimo film e abbia raccolto recensioni molto positive non ha ottenuto una risposta paragonabile a quella di The Nun. Da cui il mio dubbio (e la preoccupazione): c'è ancora spazio per prodotti del genere?

 Noi ce lo chiediamo e il tentativo va proprio nella direzione di offrire una proposta differente. Revenge ha inoltre patito anche la contemporaneità con Slender Man, che era previsto più avanti e invece si è andato poi a sovrapporre, in un periodo in cui teoricamente non dovevamo avere concorrenza. Infatti, oltre a Revenge anche un altro bel film come Ride si è ritrovato in sofferenza, pur con un lancio forte alle spalle. Purtroppo Slender Man è una licenza molto iconografica e per questo attira maggiormente gli amanti dell'horror puro. Revenge è invece un titolo più borderline, è molto gore, rientra nel filone rape & revenge, ma anche nella categoria degli action. A livello personale è uno dei film che più mi hanno coinvolto negli ultimi anni e siamo fiduciosi di rifarci con l'home video. Il film uscirà a Gennaio e avremo delle edizioni molto belle, fra cui quella Steelbook. Una cosa del genere è già successa con The Neon Demon, che in sala ha ottenuto un risultato buono ma non clamoroso, mentre la risposta in home video è stata molto più forte. Titoli come The Neon Demon e Revenge, pur essendo diversi tra loro, rientrano probabilmente in quel tipo di film di culto che gli appassionati vogliono poter avere in collezione, come prodotto fisico.


 
E per quanto riguarda la politica legata alla distribuzione in sala, queste problematiche condizioneranno in qualche modo le vostre strategie?

 Non posso rispondere direttamente per le scelte che attengono al dipartimento cinema, ma sicuramente il prossimo film di Pascal Laugier, Incident in a Ghostland (da noi La casa delle bambole) avrà anche un'uscita in sala. La linea è sempre legata al principio di Midnight di proporre al cinema film che abbiano una forte valenza estetica, registica e di cast. Non so se sei d'accordo con me, infatti, che Matilda Lutz in Revenge sia stata fantastica, ed è stata capace di imprimere una trasformazione incredibile al suo personaggio, da lolita indifesa a demone vendicatore.
 
Assolutamente, Matilda è stata una vera scoperta! E posso aggiungere che, dopo la visione in anteprima del film all'ultimo Torino Film Festival, io e i miei colleghi eravamo tutti innamorati perdutamente di lei :-)

 Ci credo! Oltre ad essere bellissima è anche una persona brillante e simpatica, vale la pena seguirla sui suoi canali social. Adesso è diventata mamma da poco e quindi si trova negli Stati Uniti.


 
Ma l'idea assolutamente geniale di realizzare un trailer del film con le dichiarazioni degli hater come vi è venuta?

 Anche quella è stata una scelta del dipartimento cinema, non sono stato direttamente coinvolto, ma trovo sia una bella idea, che ha voluto dare un taglio femminista e femminile al film. Quindi non pensare alle donne come a un oggetto, o come a un semplice meccanismo all'interno di un ingranaggio di genere, ma come a un personaggio vero, con una forza molto profonda. Tutto questo ha permesso di mostrare un altro punto di vista sul film, che trovo sia molto interessante. L'idea è nata da un brainstorming social, da cui è scaturito questo montaggio che è stato molto apprezzato.


Parte 2 - Pensare i Midnight Classics

L'ultima volta che ci eravamo sentiti la linea Midnight Classics era all'inizio, con l'uscita de L'armata delle tenebre. Ora, considerando anche l'uscita “zero” di Zombi, con il prossimo Non aprite quella porta arriveremo a sei titoli e possiamo quindi tentare un primo bilancio. Come sta andando?


 Dici bene, Zombi è stata una proposta realizzata quando non sapevamo ancora dove ci avrebbe portato quest'avventura, che all'epoca, nel 2016, era ancora all'inizio. Per questo non riporta il marchio Classics. Il patrocinio di Nicolas Winding Refn ci ha comunque permesso fin da subito di alzare l'asticella e attirare l'attenzione degli operatori. Così, quando alla fine del 2017 abbiamo iniziato a chiudere gli accordi per i film successivi c'è stato il lancio vero e proprio della linea. Ora, se consideriamo che il cofanetto di Non aprite quella porta Collection comprenderà anche il secondo capitolo, arriveremo a sette titoli. Come tutte le proposte che hanno grande visibilità e un prezzo al pubblico alto, siamo andati incontro anche a delle critiche che abbiamo accettato serenamente: siamo consapevoli insomma che quando chiedi tanto a un pubblico così esigente, devi rispettare degli standard elevati. È una sfida bellissima, non ti nascondo che siamo entusiasti della risposta e anche orgogliosi dei numeri che il mercato italiano riesce a generare sull'horror.


 
In questo senso torniamo a un discorso che avevamo già fatto sul rapporto con le altre label: i vari titoli siglano anche una serie di collaborazioni con licenze quali MGM, Universal, Fox e per Non aprite quella porta pure Cult Media. Quindi si sta avverando la vostra speranza di attirare gli operatori del settore per instaurare un dialogo?

 Hai centrato il punto, questa è la parte più bella dell'evoluzione del marchio e giustamente, avendoci seguiti fin dall'inizio, sei consapevole del lavoro svolto: dal varo dell'etichetta, alla creazione del catalogo con proposte inedite, i passaggi hanno funzionato e quando arrivano a offrirti un classico come Non aprite quella porta significa che gli sforzi hanno pagato. Non che sia un obiettivo finale, non ci si può mai considerare arrivati, ma anzi bisogna continuare a lavorare sempre con maggiore impegno. Sicuramente l'interesse legato a un marchio che prima non esisteva in Italia ha dato i suoi frutti e di questo siamo assolutamente felici.
 
Allo stato attuale potremmo dividere idealmente le vostre proposte Classics in tre categorie: una dove realizzate l'equivalente delle migliori edizioni estere, recuperandone gli extra (ad esempio come avvenuto con Carrie). Un'altra dove siete voi a realizzare i contenuti (pensiamo a Zombi per i bonus video o L'armata delle tenebre per l'innovativo packaging). Infine quelle ibride, che trovo particolarmente interessanti, in cui fate un po' tutte e due le cose. Ad esempio Il tunnel dell'orrore è un'uscita che avete assemblato da più fonti, pescando gli extra da varie edizioni e ottenendo qualcosa che non ha grossi equivalenti. Da cui la mia voglia di saperne di più: come pensate le varie edizioni e quali sfide presentano?

 Bellissima domanda, di cui ti ringrazio. La gestazione di un prodotto è frutto dell'accesso ai contenuti disponibili sul mercato, che sono però subordinati alla libertà d'azione concessa dagli aventi diritto. In alcuni casi, infatti, la licenza ti permette di pescare da varie library (o di creare materiali ex novo), in altri invece devi limitarti ai contenuti che ti vengono forniti. Dipende dagli accordi legati al singolo titolo, nemmeno al singolo licensor. Il nostro obiettivo è sempre quello di accedere a tutti i materiali possibili nella migliore qualità, chiaramente nei limiti imposti dal budget. Quando abbiamo la possibilità di creare noi dei contenuti lo facciamo, anche grazie a Manlio Gomarasca e al suo team di Nocturno. Cerchiamo quindi di soddisfare sempre più il consumatore finale e non nascondo che mi dà un po' fastidio il fatto che si guardi sempre alle realtà internazionali come alle migliori, quando anche a livello italiano è possibile fare cose molto belle.


 
La domanda nasce in realtà da un'esigenza: precisare come la completezza di un'edizione sia un valore aggiunto non solo da un versante collezionistico, ma anche di conoscenza. Vedere un film con un corredo di extra completo e preciso aiuta a migliorare la consapevolezza dell'opera. In pratica il Blu-ray (o DVD che sia) diventa uno strumento di documentazione.

 Certo, infatti a me spiace quando leggo commenti che lamentano i troppi extra perché “quando avremo tempo di vederli?”. L'appassionato invece concepisce la visione globale del prodotto come un'esperienza, a maggior ragione su film che già conosce. Anche questo rende l'investimento sul prodotto fisico importante rispetto alla fruizione in digitale.
 
Nel comunicato di lancio della linea promettete “tutti indiscussi capolavori”. Proprio rifacendomi invece alle realtà internazionali, prevedete anche la possibilità di includere titoli “minori”, ma magari interessanti? Ti faccio l'esempio, solo per citarne uno, della Arrow che dedica edizioni ricchissime a film come Killer Klowns From Outer Space... (che poi è anche uno dei miei preferiti!)

 Hai citato un titolo che peraltro è richiestissimo! Il nostro limite resta il budget e il far quadrare i conti, dopodiché gli accordi possono comprendere una library che spazia dal super cult come Non aprite quella porta a film minori. Naturalmente bisogna fare in modo che il progetto si consolidi prima con titoli più forti, che generino quindi la possibilità di finanziare anche quelli minori. Parliamo di film che servono a rafforzare il marchio, ma sono più rischiosi dal punto di vista dell'investimento. L'aiuto di Manlio da questo punto di vista è fondamentale e filtrando la sua esperienza riusciamo a trovare opere che ci permettano sia di dar lustro all'etichetta che di far rientrare gli investimenti. In generale non ci sono preclusioni.


Parte 3 - Il suo nome è Sciotti. Enzo Sciotti!
 
Veniamo a un aspetto che mi sta particolarmente a cuore: da appassionato della cartellonistica e autore della rubrica Quadri del cinema ho accolto con entusiasmo la collaborazione con il Maestro Enzo Sciotti – che guarda un po' è anche il mio autore preferito. Com'è nata l'idea di fargli realizzare le cover delle edizioni?


 Mi fa molto piacere, è proprio il caso di dire che abbiamo aperto quella porta giusta! :-) Anche qui devo ringraziare Manlio che conosceva Enzo da tantissimo tempo. Sentivamo che il progetto Classics aveva bisogno di una veste grafica che accomunasse i vari titoli. Naturalmente ci sono state delle eccezioni: la cover di Zombi è stata disegnata da Nicolas Winding Refn, per L'armata delle tenebre ci hanno imposto l'artwork internazionale americano...


 
...che è davvero un peccato, il poster italiano l'aveva disegnato proprio Sciotti e trovo sia il migliore!

 Lo so, lo so... infatti abbiamo negoziato a lungo, ma alla fine non c'era margine. Lo stesso è accaduto con Carrie, di cui sono comunque molto, molto soddisfatto. Il disegno è del nostro grafico Mathias Mazzetti, di Vertigo, che si occupa con grande abilità anche dei titoli “non classici” della linea principale. Il suo apporto è per noi fondamentale. Al di là di questi casi, quando si erano affacciati ancora altri titoli come Il tunnel dell'orrore o Il ritorno dei morti viventi, facendo un brainstorming con Manlio e Stefano Traversari, responsabile home video di Koch Media, abbiamo pensato di affidare la veste grafica alla matita di un illustratore “di quegli anni”, anche se Enzo è ancora attivissimo. Così ci siamo sentiti per email, le nostre idee gli sono piaciute e ha accettato di far parte del progetto. Abbiamo chiuso velocemente, in una settimana, lui è una persona davvero fantastica e la sua firma costituisce per tutti noi un valore aggiunto.


 
La cover de Il ritorno dei morti viventi mi ha a dir poco commosso, trovo sia un vero capolavoro.

 Siamo in due, quando è arrivato il bozzetto a matita in redazione, anche i “non addetti ai lavori” sono rimasti a bocca aperta – perché qui lavoriamo in un open space insieme a colleghi che si occupano d'altro. Per prima cosa ci arriva lo schizzo preparatorio a matita, poi la finalizzazione e infine la stampa, quindi è stato bellissimo vederlo letteralmente prendere forma e la progressione è stata migliorativa. Adoro inoltre l'effetto vintage dato dalla firma ben in vista, mi riporta alle copertine di Dylan Dog, di cui sono un appassionato collezionista.
 
E come mai Non aprite quella porta non lo ha fatto lui?

 Anche qui purtroppo il contratto non ce lo ha permesso, rientriamo insomma in quelle situazioni che possono anche scontentare l'appassionato che non conosce i retroscena, ma che non dipendono dalla nostra volontà. Ma ti assicuro che lo stiamo facendo dedicare a cose molto potenti, e di certo non rimarrete delusi!


 
Qualcuno comunque ha anche criticato la cover de Il ritorno dei morti viventi perché “non aderente” al film....

 Probabilmente le critiche, più che sull'aderenza alla storia, sono state per il tono molto “serio” e potente dell'immagine, in un film che è anche parecchio goliardico. Ma siamo in ogni caso di fronte a un'opera d'arte.


Parte 4 – Qualità e aspettative: guardando al futuro

A proposito di controversie, soffermiamoci sulle confezioni: la linea Classics ha optato per un packaging mediabook con il booklet ancorato al centro, che ha pure raccolto qualche critica. Come si è sviluppata?


 Come tutti i progetti in corso d'opera si migliora con il tempo e adesso abbiamo trovato la quadra, il booklet è perfettamente ancorato, i colori sono vivi e via citando. La scelta è andata nella direzione di un formato compatto, che permettesse di accedere ai materiali in maniera semplice e mantenendo al contempo una connotazione estetica molto bella. Noi infatti non rinunciamo mai alle grafiche interne, ai poster originali o alle foto di scena. Il mediabook ha una praticità, una robustezza fisica e una sostenibilità di costo che ce lo hanno fatto ritenere il formato ideale. Inoltre, escludendo il caso particolare de L'armata delle tenebre, la collana ha così un'impostazione omogenea e non avrebbe senso, dopo un certo numero di uscite, cambiare.


 
Qualche nostro lettore chiedeva anche se in futuro usciranno comunque anche le edizioni standard di questi classici.

 Certo, lo sfruttamento del diritto è pluriennale e una volta esaurite le edizioni limitate, il processo naturale è proseguire con l'uscita standard. In questo senso le nostre limited sono davvero a esaurimento, una volta vendute tutte non saranno più ristampate. Pensa che per Il ritorno dei morti viventi la standard è già in preproduzione perchè la limited è andata esaurita subito al lancio.
 
L'uscita di Carrie ha generato un certo dibattito: la vostra edizione usa il Master HD della MGM realizzato nel 2008 e non quello 4K del 2016 presente in alcune edizioni estere del quarantennale. Ci avevate già anticipato che avreste riferito in merito, direi che l'occasione è quella giusta.

 Da questo punto di vista c'è stato un misunderstanding che è stato letto come una prova di malafede da parte nostra. Posso assicurarti che non è assolutamente questo il caso e ci spiace anzi che qualcuno abbia avanzato una simile ipotesi. Anche il master MGM deriva infatti da uno scan 4K finalizzato a 2K, che è poi quanto dichiarato sulla fascetta dell'edizione. Riteniamo che la comunicazione in questo senso sia stata onesta, non abbiamo mai parlato di “nuovo master 4K” della Shout, che è stata la conclusione cui molti sono arbitrariamente giunti. Capisco che non avendo informazioni precise siano sorte ipotesi di questo tipo, torniamo a quei casi che rientrano nei retroscena non alla portata di tutti.


 
Quindi stabiliamo una volta per tutte che l'edizione è esattamente quella che volevate pubblicare e che non ci saranno sostituzioni o nuove edizioni?

 Esatto. Posso assicurare inoltre che questa esperienza ci è servita da lezione per capire che è meglio cautelarsi, mettendo a disposizione tutti i master disponibili dei vari film. Una cosa del genere avverrà con Non aprite quella porta 2, in cui avremo sia il master da nuovo scan 2K del 2016 che l'altro con la versione precedente voluta dal direttore della fotografia. Naturalmente ci spiace che il grosso sforzo compiuto con Carrie ci abbia attirato le accuse di aver voluto ingannare il consumatore. Abbiamo preso questa tappa come un'ulteriore occasione per crescere.
 
Credo che l'accusa nasca dal fatto che avete sempre puntato alle migliori edizioni possibili e quindi, abituato bene com'era, l'appassionato ha pensato subito di trovare nell'edizione il master Shout di migliore qualità.

 In realtà il concetto di “migliore” è abbastanza soggettivo. Personalmente preferisco il master MGM, con una fotografia più bruciata e luci più intense. A volte un master più definito non implica necessariamente che il risultato sia migliore, dipende anche dalla nostra sensibilità. Naturalmente pesa il fatto che Arrow e Shout siano marchi con una maggiore notorietà, che poggiano su anni di grande esperienza e bellissime edizioni, e c'è un po' la tendenza a sfavorire le etichette italiane nei confronti.


 
Concludiamo questa chiacchierata tornando in maniera più specifica su Non aprite quella porta. L'edizione si annuncia ricchissima, e vorrei scendere più nel dettaglio, iniziando dai 4 commenti audio: saranno sottotitolati?

 Certo, anche qui abbiamo imparato la lezione del Tunnel dell'orrore! :-)
 
E gli extra del disco bonus?

 Per Non aprite quella porta abbiamo avuto a disposizione, attraverso Cult Media, tutti i migliori extra pubblicati sulle varie edizioni internazionali, quindi il margine di manovra è stato ampio. Avremo perciò oltre cinque ore di extra. [Su questo punto approfondiremo domani con una news specifica, ndZ]
 
Ci saranno davvero tutti e due i doppiaggi italiani?

 Sì, anche con codifica Dolby Atmos, per rendere l'esperienza del film una vera riscoperta, insieme alla versione 4K UHD. È anche interessante poter confrontare i due doppiaggi, si avverte il cambio generazionale della recitazione. Ad esempio il personaggio dell'autostoppista, nel doppiaggio storico ha una voce molto acuta e una recitazione più concitata che ce lo restituisce immediatamente come una figura lucida e pericolosa. Nel nuovo doppiaggio questa sfumatura si perde, ed è solo un esempio.


 
Ci lasciamo con qualche nota sul futuro e, a tal proposito, sul comunicato dei Classics si legge che “il prossimo Halloween sarà non solo la notte delle streghe ma anche la notte in cui lui tornerà”... e tutti abbiamo pensato a Halloween di John Carpenter. Un altro misunderstanding?

 (ride) No, il film è quello. Abbiamo cercato di centrare il quarantennale, ma ci sono state un po' di difficoltà contrattuali, che però adesso abbiamo risolto. Possiamo quindi annunciare in anteprima che il titolo è nella lineup del 2019. Con la copertina di Sciotti!
 
E con questa notizia hai fatto la mia giornata!

 Come ti dicevo prima lo abbiamo messo al lavoro su titoli potenti e questo è un esempio! Con un classico del genere e un artista del suo calibro non potevamo non approfittarne.


 
Un connubio perfetto, il mio artista preferito sul mio regista preferito, John Carpenter!

 A questo proposito posso darti un'altra anticipazione: il ciclo dei classici 2018 si completerà a Dicembre con l'uscita di Grosso guaio a Chinatown, cui siamo molto affezionati e che ha tutti i crismi per rientrare nella linea Classics, con l'impostazione pop che lo collega a L'armata delle tenebre. Con l'anno nuovo, nei primi mesi ci concentreremo invece di più sui titoli della linea principale (come Revenge ad esempio), per poi tornare ai classici. Vi abbiamo promesso titoli potenti e così sarà!




A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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