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posted: 21.05.2018 @ 16:43

Corpo e anima indipendente: intervista a Movies Inspired!

Faccia a faccia con Stefano Jacono

Davide Z reporting...

 Attiva da una decina d'anni, Movies Inspired è una preziosa realtà editoriale torinese che ha deciso di giocare la carta più difficile sul mercato: non investire sul passato o sulle riscoperte (o meglio, non solo!), ma puntare sui nomi di oggi, attraverso un catalogo in larghissima parte composto da titoli inediti!

 Un'iniezione di fiducia verso i film che si fanno oggi e sugli autori che costituiscono l'attualità della proposta cinematografica: il che significa nuove scoperte, o maestri che solo negli anni più recenti hanno ottenuto il meritato riconoscimento cinefilo. Fra le proposte che abbiamo già segnalato ricordiamo le uscite dedicate a Béla Tarr, o titoli più divertiti come La battaglia dei demoni. A queste possiamo poi aggiungere i film di Jim Mickle, Ildiko Enyedi, Ben Wheatley e Hong-jin Na, nomi-simbolo di una ricerca che spazia per tutto il globo!

Corpo e anima indipendente: intervista a Movies Inspired!


 Convinti come siamo che il cinema bello non sia solo quello che ormai è stato – un leitmotiv che molti cavalcano con facilità – ci incuriosiva saperne di più, e l'occasione era quindi ideale per uno dei nostri nuovi reportage con tanto di intervista-fiume a chi tiene le fila di una label che è diventata una piccola grande realtà. Movies Inspired edita infatti titoli in DVD e Blu-Ray attraverso la distribuzione di Eagle Pictures e Koch Media, sta rilanciando i cofanetti monografici proponendo personali di registi come Xavier Dolan e Louis Carax, sta recuperando classici come Band à part di Godard ed è attiva pure nel campo dell'uscita nelle sale. Non solo: gestisce direttamente un cinema, il Classico di Torino, dove è possibile vedere i film in anteprima e interagire con gli autori, buon ultimo Pablo Berger, che in questo periodo sta portando in Italia il suo ultimo Abracadabra.



 Perciò ci siamo seduti a chiacchierare per un'ora con Stefano Jacono, CEO di Movies Inspired e il risultato è una discussione a 360°, dalla nascita del progetto, alle difficoltà legate al mercato italiano, fino alle anteprime future. Potete leggere come sempre il resoconto tutto insieme o diviso in cinque parti.

 Ringraziamo per l'occasione anche Massimiliano Cadeddu e Massimo Causo, e auguriamo come sempre a tutti buona lettura.

Sommario...
 . Introduzione
 . Parte 1: Una questione di volontà
 . Parte 2: Cofanetti che passione!
 . Parte 3: Il cielo è sempre più Blu-Ray
 . Parte 4: Dentro la proposta
 . Parte 5: Ritorno al cinema
 


 Si comincia con...


Parte 1: Una questione di volontà
 
Ciao Stefano, benvenuto su DVDWeb. Raccontami i tuoi inizi: come nasce l'avventura di Movies Inspired?
 
 È partito tutto nel 2006, avevo trent'anni e insieme al tentativo di laurearmi in filosofia, volevo provare a trasformare la mia passione per il cinema in qualcosa di concreto. Così, ispirato da un amico che lavorava nel settore con il suo laboratorio, sono andato senza accredito al festival di Cannes. Volevo sapere se quello del cinema era un mondo "per pochi" o se c'erano i margini per lavorare, dovevo capire come funzionassero i contratti e di che tipo di struttura avessi bisogno.
 
Puntavi già allora al tipo di cinema, chiamiamolo "più ricercato", che oggi tratti con Movies Inspired?

 In realtà è avvenuto tutto in modo abbastanza naturale. L'interesse nasce nell'infanzia, i miei genitori mi portavano spesso al cinema, a scuola si organizzavano proiezioni e il fatto di vivere a Torino mi ha portato a seguire sempre il Torino Film Festival, con la sua proposta così varia e di qualità. Poi ci sono state chiaramente anche altre spinte più personali, il fatto di ritrovarsi maggiormente nelle opere di alcuni autori, che potremmo anche definire "meno commerciali". Ma alla base di tutto non c'è mai stata preclusione verso nessun tipo di proposta.



Il vostro catalogo in effetti è comunque ampio: si va da un certo tipo di cinema molto autoriale a quello che potremmo anche definire più spettacolare.

 Infatti non saprei davvero dirti con precisione quali meccanismi mi abbiano portato a distribuire un certo tipo di film. Avevo una casa a una settantina di chilometri da Cannes da cui ogni giorno facevo avanti e indietro per incontrare chi mi spiegasse cosa fossero i diritti cinematografici, il valore di un film, ciò che c'era dietro, se avevo bisogno di avvocati... le basi insomma! Poteva finire tutto con un incontro sbagliato, e invece ho imparato sul campo, senza avere fondi. Questo lo dico anche per incentivare chi ha delle idee a provarci sempre: la mia era quella di comprare un film entro un anno o poco più. Poi da lì ho capito che uno solo non sarebbe bastato, ma serviva un "pacchetto" in grado di creare una linea editoriale per poter lavorare con dei distributori fisici. Così ho aperto un laboratorio per la stampa dei DVD con un amico che già era nel settore, in modo da offrire servizi alle case produttrici a prezzi concorrenziali. Mi è servito a fare un po' di cassa e infine, nel 2007, rischiando tutto e superando anche un po' la mia naturale paura di volare, sono andato per la prima volta al festival di Berlino per comprare due film al mercato, collegato al telefono con due legali per i consigli.

All'epoca il mercato del DVD aveva già passato la fase del boom: che prospettive sembrava offrirti?

 Purtroppo è così, quando ho iniziato l'home video entrava praticamente nella sua fase di crisi, ma a ripensarci oggi offriva comunque ancora possibilità di vendere i titoli di terza e quarta fascia, al di là dei grossi successi di cassetta. C'erano sicuramente le major che facevano anche dei loro percorsi, ma esistevano pure tanti editori indipendenti che pubblicavano inediti con numeri oggi impensabili.

In effetti non era ancora il momento in cui le major avevano deciso di abbandonare il campo - al di là dei grossi titoli - per puntare sullo streaming. Che poi è anche il motivo che sta aprendo spazi per piccole realtà come la tua.

 Chiaramente in questo momento il fisico è in un calo imbarazzante. C'è tanto lavoro dietro le quinte e pochi distributori che però sono molto appassionati e ci credono ancora. La speranza è quella di vedere rinascere dei punti fisici che sono un punto di riferimento per la città: se anche Torino si ritrova con appena tre punti vendita privati e qualche catena di supermercati vuol dire che non siamo messi bene. Poi l'idea di avere in casa il supporto fisico è una cosa fantastica e in questo dobbiamo sempre cercare di migliorare, per offrire un prodotto non solo di qualità.



Fra l'altro il supporto fisico, oltre a presentare il film in forma meno compressa rispetto allo streaming, ti dà la certezza di avere il titolo. Con lo streaming capita sempre più spesso che da un giorno all'altro il film (o l'intero pacchetto di cui il film fa parte) sia rimosso e non più visibile.

 Infatti, da questo punto di vista ho cercato di non rallentare mai la produzione e di offrire prodotti alternativi e di qualità, già presenti in paesi che hanno una buona cultura cinematografica. Il nostro percorso si identifica prettamente con la distribuzione di Eagle Pictures e abbiamo tutta l'intenzione di continuare, distribuendo due/tre film al mese. Abbiamo lavorato anche con Koch Media, ad esempio per It Follows o Il gigante egoista - The Selfish Giant e teniamo la porta aperta anche con loro per future collaborazioni.


Parte 2: Cofanetti che passione!

Hai citato il sodalizio con la Eagle, è nato subito o ci sei arrivato strada facendo?

 È stato difficile e in questo momento rappresenta punto di forza. Poter lavorare con una struttura che ha dei professionisti dedicati che conoscono molto bene il settore, ci garantisce un occhio sempre attento alle novità e ai cambiamenti che possono succedere. Sia il direttore del settore home video che il suo staff sono persone attente, che hanno ben presente non solo la scena locale, ma anche quella estera.

Quindi i titoli da distribuire vengono concordati con loro o avete margine d'azione?

 La libertà è assoluta, e mi è sempre stato garantito il giusto spazio. Chiaramente, però, ci si fida dell'esperienza di chi è da più tempo nel settore e magari ti suggerisce di rinunciare a qualche titolo che potrebbe non avere il potenziale necessario a una distribuzione, magari limitandolo alla sola uscita in DVD. Ad esempio l'idea dei cofanetti monografici è stata nostra: è un tipo di proposta che negli anni è diventata sempre più rara o magari limitata sempre agli stessi autori, con confezioni deludenti. Avendo la fortuna di avere tanti film di alcuni registi abbiamo deciso di aprire una linea vera e propria.



L'esempio più eclatante è il cofanetto di Béla Tarr, com'è nata questa idea nello specifico?

 È nata anni fa a Berlino parlando proprio con Béla Tarr e con il suo venditore internazionale, una di quelle occasioni che possono capitare solo lì. La cosa positiva era che nel mondo non esisteva un'edizione completa della sua opera, c'era qualcosa in America, altro in Inghilterra, molti titoli poi non erano restaurati perché penso che i negativi dei suoi film siano anche andati smarriti. Così ci abbiamo provato, anche con il rischio che restassero invenduti. C'è voluto un po' di tempo e, con grande sorpresa del nostro distributore, in tre settimane la prima tiratura del cofanetto è andata esaurita. Il prezzo di lancio è stato anche assolutamente basso (una cosa su cui non ho avuto il controllo) e ha finito per dare un segnale importante al mercato.

Il cofanetto di Béla Tarr è stato il primo della collana?

 Sì, un mese dopo abbiamo fatto quello con i primi quattro film di Xavier Dolan, dove avevamo pure i materiali per l'edizione Blu-ray, che abbiamo fatto uscire in un secondo momento. Anche lì la risposta è stata molto buona. In alcuni casi abbiamo lavorato con altre aziende per avere accesso ai film che ci mancavano. È successo ad esempio con il cofanetto di Leos Carax dove ci mancavano due film: Gli amanti del Pont-Neuf, che per fortuna aveva la Eagle e quindi si giocava in casa; e poi Pola X, che era stato acquisito da poco dalla Minerva. Erano anni che provavo a comprarlo io dalla Pathé, ma continuavano a dirmi che il produttore non aveva rinnovato i diritti! Quando poi ho saputo che lo aveva comprato Gianluca Curti l'ho chiamato subito. L'amicizia e il rispetto che ci lega ha reso quindi possibile l'accordo. Alcuni dei titoli sono poi usciti anche singolarmente, altri si trovano solo comprando il cofanetto.

È una strategia che pensi di mantenere?

 Sì, l'intenzione è quella di avere sempre alcuni titoli esclusivi nei cofanetti per rendere la proposta più importante e "spingere" in questo modo il mercato a puntare su questo tipo di prodotto. E per "esclusivi" intendo magari film che non siano inediti solo sul mercato italiano.



Dunque questo tipo di prodotto offre dei riscontri anche sul mercato estero?

 In realtà siamo obbligati dai contratti a inserire solo una lingua per i sottotitoli, il che inevitabilmente limita la possibilità di vendita all'estero, anche se poi attraverso i siti internazionali tipo Amazon, qualche cliente estero ci prova. I risultati sono comunque confortanti: abbiamo ristampato sia il cofanetto di Béla Tarr che quello di Dolan, anche nel formato Blu-Ray. Carax invece stranamente ha un po' sofferto, nonostante i titoli siano anche restaurati.


Parte 3: Il cielo è sempre più Blu-Ray

Veniamo a un argomento molto dibattuto: l'investimento sul Blu-Ray ripaga dello sforzo? Gli altri operatori che abbiamo intervistato offrono visioni discordanti: secondo alcuni è un formato che in Italia non ha mai attecchito davvero, altri invece ci dicono che c'è un pubblico esigente che lo reclama. Qual è la posizione di Movies Inspired?

 Io adoro il Blu-Ray, ne sono uno dei primi compratori e mi piace averlo in casa. Il rischio, a causa di un mercato che non permette di investire pienamente su questo formato, è naturalmente quello di rimanere con tante copie invendute. Così sto cercando di studiare delle strategie per rendere comunque l'uscita appetibile. Una delle idee, ad esempio, riguarda dei cofanetti antologici che riuniscano titoli forti di autori diversi, da proporre soltanto in Blu-Ray. La butto lì a mero titolo di esempio: un cofanetto che unisca El abrazo de la serpiente, Fuochi d'artificio in pieno giorno, Il cavallo di Torino e un inedito. Stiamo studiando la linea, che speriamo di lanciare a fine anno, puntando agli appassionati che – giustamente – si incavolano se un titolo non esce in un formato più prestigioso del DVD.



Ma comunque la risposta al momento qual è? C'è il margine per simili investimenti?

 Onestamente non saprei darti delle cifre, penso sia soprattutto una questione di volontà: anche questa è una di quelle avventure in cui ci vogliamo imbarcare, come è stato fare il cofanetto di Bela Tarr, che ha avuto un costo di produzione importante. Posso dirti che anche lui ci ha richiesto delle copie, perché per la prima volta vedeva tutta la sua opera insieme! Quindi è un'idea rischiosa, ma ci piace, lavoreremo su un altro mercato, più particolare, elaborando il packaging e un'offerta controcorrente. Magari il nome della linea sarà proprio questo, "Controcorrente"! :-)

Di sicuro è il simbolo di chi crede ancora molto al settore!

 Non dico che abbiamo aspettative come la rinascita del vinile, non credo cioè che il mercato dell'home video potrà durare tanto a lungo, ma vogliamo continuare a provarci. Il settore è ancora molto vivo, c'è richiesta, speriamo che non si punti sempre e solo al prezzo basso e ci sia margine per investire.



Personalmente però trovo un po' "gonfiato" il fenomeno del vinile – e lo dico da persona che ne compra tanti – i numeri non mi sembrano poi in grado di sostenere davvero un mercato. Spero che quella del DVD/Blu-Ray sia una rinascita autentica.

 Sì, però se pensi che i dischi erano spariti e ora invece li ritrovi anche nelle grandi catene, con un settore dedicato, il dato è significativo. Ecco, questo è uno dei punti dolenti per noi: la difficoltà a entrare nella grande distribuzione con i nostri titoli, che essendo poco pubblicizzati o inediti è difficile che spingano un buyer di un'azienda importante a proporli. Quindi il lavoro che viene fatto dagli agenti della distribuzione, come appunto la Eagle, è proprio quello di sostenere il mercato, instaurando un dialogo con le catene per far capire che ci sono ancora margini per investire. Chiaramente si fanno tanti sacrifici e quando non ci riusciamo o dobbiamo rinunciare a un titolo è un problema anche per noi. Le associazioni, da questo punto di vista, devono cercare di tutelare tutta la filiera.

A chi ti riferisci con il termine associazioni?

 A realtà come Univideo. Poi noi, non occupandoci direttamente delle vendite, ci fidiamo degli incontri che pensiamo facciano gli operatori tra di loro, oltre che del lavoro dei distributori. So che anche Koch Media lavora tanto in questo senso, ma non è facile. Ad esempio a volte bisogna posticipare l'uscita di determinati prodotti perché il mercato non permette di far entrare più di un certo numero di prodotti al mese nelle grandi catene, parliamo anche di titoli molto forti. In questo senso abbiamo avuto problemi anche con Free Fire, che pure ha avuto un percorso importante nei festival e ha un cast di richiamo. Bisognerebbe tornare ad avere tanti punti vendita per poter far vedere i prodotti. Abbiamo anche esercenti cinematografici che ci chiedono di poter esporre i nostri prodotti in cassa.


Parte 4: Dentro la proposta

Come nasce uno dei vostri prodotti DVD o Blu-Ray?

 Per i Blu-Ray da utilizzare in caso di proiezioni nelle sale si crea un master apposito. Ad esempio da poco lavoriamo con un laboratorio di Trieste, con cui abbiamo iniziato a produrre anticipatamente supporti per le sale soprattutto del Sud Italia, dove magari c'è la seconda o terza saletta ancora non convertita alla proiezione in DCP. Con loro siamo partiti da tirature limitatissime di Blu-ray dove magari non c'è il menu, o a richiesta può esserci solo la versione italiana senza lingua originale. Diverso è invece fare tutto il lavoro di authoring dove cerchiamo sempre di inserire dei contenuti speciali. Purtroppo non sempre è possibile perché magari i venditori internazionali hanno il film in HD ma non hanno il trailer (che pure è fondamentale in qualsiasi delivery di un prodotto).

Nel vostro catalogo ci sono comunque anche Blu-Ray 3D come quello di Cave of Forgotten Dreams.

 Sì, quella è stata l'unica operazione in 3D, semplicemente perché poi non ci è più capitato di comprare film in quel formato.



Una curiosità, che facevamo presente nella nostra news: nel vostro catalogo è presente Sadako vs. Kayako. Perché la scelta di usare un titolo così anonimo come La battaglia dei demoni?

 Ogni tanto il distributore cambia i titoli, è anche un aspetto simpatico del mercato home video, dove si deve cercare di rendere attrattivo il prodotto perché è chiaro che il rapporto con il pubblico parte dalla fascetta. Nel caso specifico ho alzato le mani, è stato un suggerimento del distributore e per contratto non potevamo fare riferimenti diretti alle saghe di The Ring o The Grudge che sono state lavorate dagli americani. L'aspetto paradossale è che chiaramente avevamo comprato il prodotto proprio perché i due demoni sono “famosi” a causa dei remake americani, ma ci hanno subito bloccato. Infatti siamo poi usciti direttamente in home video. In altri casi preferiamo lasciare direttamente il titolo originale, è difficile che facciamo grandi modifiche. Anche in questo caso, comunque, dipende dalla destinazione: The Nile Hilton Incident era un titolo bellissimo, ma da esercenti sapevamo che non avrebbe funzionato in sala e lo abbiamo cambiato in Omicidio al Cairo.

In effetti a volte avete mantenuto l'originale, è successo ad esempio con Cold in July, nonostante da noi il romanzo di Joe Lansdale (per inciso, uno dei miei preferiti) fosse uscito come Freddo a Luglio.

 È vero, alcuni suonano semplicemente troppo bene ed è un peccato non lasciarli così.

Qualche anteprima sulle prossime uscite?

 A fine anno usciremo con un cofanetto dedicato a Jean-Luc Godard. Abbiamo acquisito un pacchetto di suoi titoli, che abbiamo inaugurato con l'uscita in sala di Bande à part, un film che in Italia non era mai arrivato al cinema. È una versione restaurata, da poco disponibile anche in DVD e Blu-Ray, mentre il cofanetto presenterà una decina di titoli pescati nella parte più “politica” della sua produzione, che integreremo sempre con collaborazioni con altri produttori che magari si sono fermati o non ritengono i titoli validi per il mercato. Quindi avremo i film insieme a documentari e interviste... sarà una bella proposta!



 Poi faremo uscire un cofanetto Blu-Ray dedicato a Nicolas Winding Refn con la trilogia di Pusher, Bronson e per la prima volta forse anche Bleeder. Stiamo lavorando con lui e speriamo di riuscire a farcela.

E per quanto riguarda gli inediti "da scoprire"?

 Siamo usciti da qualche giorno con Welcome to the Rileys, film del 2010 con il fantastico James Gandolfini in quello che mi pare sia il suo penultimo lavoro e Flashbacks of a Fool, del 2008, con Daniel Craig. A questi seguirà Fast Convoy, un road movie francese con Benoît Magimel, un thriller ad alta tensione girato in un'auto carica di droga fra la Costa Azzurra e la capitale. Faremo uscire P'tit Quinquin di Bruno Dumont in DVD e Blu-Ray soltanto in versione sottotitolata. Con lui c'è anche un'idea di un cofanetto che potrebbe comprendere pure Jeannette e Ma loute, non sarà magnifico come quello francese con tutta la sua produzione, ma comunque un bel prodotto. Il film che ho voluto di più negli ultimi sei mesi è Long Day's Journey into Night di Bi Gan, che vorremo far uscire insieme al suo precedente Kaili Blues, un capolavoro assoluto che aveva vinto Locarno e poi in Italia si è visto solo al festival di Pesaro. Per il resto abbiamo all'incirca una cinquantina di titoli inediti da preparare, e un listino magnifico che proporrà ogni mese un'uscita al cinema: siamo partiti a Gennaio con Corpo e Anima di Ildiko Enyedi, Omicidio al Cairo di Tarik Saleh, poi Bande à part, Insyriated di Philippe Van Leeuw, ora c'è Abracadabra di Pablo Berger e in estate avremo Carbone di Olivier Marchal, Le fidele di Michaël Roskam (già regista di Chi è senza colpa e Bullhead), Hippocrate di Thomas Lilti (che aveva fatto Il medico di campagna) e The Summit, film argentino passato al Torino Film Festival. E da Settembre al prossimo Marzo abbiamo ancora altri titoli già definiti per mantenere un'uscita al mese.



E gli horror, visto che citavamo prima La battaglia dei demoni?

 È un genere su cui continueremo a puntare. L'intenzione è quella di aprire una collana, visto che abbiamo già acquisito almeno una decina di titoli. Partiremo in estate con It comes at night e poi arriveranno The Cured e Housebound.


Parte 5: Ritorno al cinema

Per concludere la nostra chiacchierata, l'attività home video di Movies Inspired si accompagna, in parallelo, a quella "sul campo" con la gestione del cinema Classico di Torino, in piazza Vittorio Veneto. Parlami di come è iniziata anche quest'avventura.

 È iniziata quattro anni fa perché, come capita spesso, da produttori indipendenti si fatica a far uscire i propri film. Noi siamo di Torino e lì effettivamente era difficile piazzare i nostri titoli e questo cinema con cui avevamo iniziato a collaborare – che all'epoca era l'Empire – aveva chiuso per problemi di gestione. Quindi ogni volta che ci passavo davanti avevo l'idea fissa di riuscire a gestirlo io e alla fine ho fatto un accordo folle con la proprietà, anche qui senza avere mai avuto alcuna esperienza da esercente. Siamo riusciti a ristrutturarlo e dopo un anno e mezzo, nell'agosto del 2014, siamo partiti. La sala è da 180 posti, abbiamo dovuto ricostruire un'utenza, riportando il pubblico torinese in una zona che, seppur centrale, per anni è rimasta un po' nascosta. Per fortuna, anche grazie al nostro intervento sul cinema, la piazza è risalita nell'attenzione e il pubblico sa che lì può trovare dei film in esclusiva. Posso dire che stiamo lavorando bene, cerchiamo di far vedere sempre titoli che altrimenti non si vedrebbero. Arrivano a trovarci spettatori anche da fuori Torino, fin dalla Liguria.



Abbiamo iniziato citando il Torino Film Festival e ci torniamo per la chiusura: c'è una collaborazione che da alcuni anni va avanti con loro, le proiezioni stampa della manifestazione, infatti, si tengono al cinema Classico. Com'è nata questa sinergia?

 È partita da una loro richiesta e anche in qualche modo da una nostra apertura: per anni i giornalisti condividevano le sale del pubblico, e non avevano un percorso preferenziale. Il festival, d'altra parte, aveva esigenza di ripensare gli spazi per l'incremento del pubblico. Così abbiamo fatto la proposta che effettivamente era proprio quella che loro stavano cercando! Per la stampa è comodo avere un posto “proprio” dove vedere i film in tranquillità, non distante dai luoghi del festival.
 
Mi sembra ci sia anche una sinergia artistica con il festival: molti dei film che poi voi distribuite come Movies Inspired, spesso si vedono prima lì. È il frutto di un dialogo con i selezionatori?

 No, non c'è un dialogo durante la selezione, non proponiamo film al festival e a volte loro fanno le richieste ai venditori internazionali che li rimandano a noi. Sotto certi aspetti è una garanzia: non usiamo il festival come una vetrina per far vedere i nostri titoli, che si guadagnano naturalmente il loro spazio. Il punto è che il Torino Film Festival è uno dei principali in Italia per ciò che riguarda il lavoro di ricerca e selezione, che anche noi facciamo da parte nostra: quindi si tratta semplicemente di un incontro di sensibilità affini. È successo con titoli come The Raid o, appunto, Cold in July, in altri casi abbiamo anche rifiutato di dare alcuni film, come Corpo e Anima, che non volevamo mostrare ai torinesi prima dell'anteprima ufficiale. A volte infatti lavoriamo con i festival in funzione delle date d'uscita.


 
In bocca al lupo per il futuro allora!

 Crepi, la nostra idea è quella di riportare il pubblico al cinema, con grandi difficoltà, lavorando su una distribuzione indipendente e direttamente con gli esercizi, scontrandoci anche con le associazioni degli esercenti che ci vedono ancora come una realtà disorganizzata e che non merita la visibilità. Dopo dieci anni pensiamo al contrario di aver fatto un lavoro importante che debba essere considerato. Chiaramente essere usciti a Roma con Corpo e Anima in una sola sala, nonostante il risultato pazzesco, non ci ha resi felici, c'è una sorta di ostruzionismo da parte del mercato. Comunque, noi andiamo avanti: tutti i nostri titoli usciranno poi anche in home video, non lavorando con i grandi circuiti non siamo obbligati a rispettare la finestra dei 120 giorni, che comunque dovrebbe essere ridotta perché il mercato deve diventare più fluido. Vogliamo seguitare a investire sul cinema con l'obiettivo di continuare a crescere. D'altra parte abbiamo già editato un centinaio di titoli in home video e non sono certo pochi.




A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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