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posted: 23.06.2003 @ 21:55

Cannibal Holocaust... digerito!

Dopo tutte le polemiche... come potevo non vederlo?

Buck reporting...

 Il 6 Marzo scorso ho inserito “Cannibal Holocaust” nel nostro DVD Database, dopo una chiacchierata telefonica con Michele De Angelis di Alan Young Pictures che del progetto è stato l’ideatore. Avevo intuito che questo DVD sarebbe stato trattato con i guanti, anche se, lì per lì, non ci avevo dato molta importanza perché non sono un grande appassionato di cinema horror. Inoltre, il ricordo della copertina del DVD di “Ultimo Mondo Cannibale”, sempre di Deodato, ma edito da CVC, non aveva lasciato ampi spazi alla mia fantasia su che genere di film si trattasse.

 Sarà che da piccolo tutti i miei amici erano super appassionati di “film del terrore” e, con i primi videoregistratori, ci riunivamo quasi tutti i giorni per vedere il “Jason” di turno, dividendo in 10-15 parti uguali il prezzo del noleggio. Il problema è che io preferivo i film di fantascienza, ma, in quel senso, ero la “pecora nera” del gruppo, per cui mi toccava subire. L’indigestione fatta da piccolo mi ha causato, quindi, una naturale avversione per questo tipo di film, o meglio per quel tipo di film in cui sangue, squartamenti e budella al vento la fanno da padrone.

Cannibal Holocaust... digerito!

 Per questi motivi immagino che “Cannibal Holocaust” sarebbe passato tranquillamente inosservato ai miei occhi, se non fosse stato per… quei quasi 70 commenti che abbiamo, ad oggi, sulla scheda tecnica del DVD. Tutta la diatriba che si è generata dopo l’annuncio ufficiale dell’uscita del film mi ha messo la pulce nell’orecchio e la curiosità ha cominciato a farsi strada. Mi sono spinto addirittura fino a Roma, apposta per discutere con i responsabili di Alan Young Pictures i retroscena della produzione del DVD.

 Ebbene… dopo tre mesi e mezzo, finalmente, ho avuto la possibilità di vedermi il film e di spulciarne tutti i contenuti speciali. Dopo aver sentito tutte le campane - gli utenti incavolati, i fan incalliti, i produttori ed il regista - sono giunto ad una serie di mie conclusioni che, se vi va, illustro di seguito.


“Cannibal” Cult?

 Innanzitutto non credo che esistano più dubbi sul fatto che “Cannibal Holocaust” sia un vero e proprio cult. Non solo perché in più di vent’anni ha attirato a sé folte schiere di appassionati, ma soprattutto perché intorno alla sua produzione si sono generate tutta una serie di voci leggendarie che hanno indotto giornalisti a scrivere addirittura dei libri, del tipo “Cannibal Holocaust – La storia che non vogliono farvi conoscere”, oppure “Cannibal Holocaust and the savage cinema of Ruggero Deodato”.

 Durante il commento audio al film i due giornalisti che “chiacchierano” con il regista non si lasciano scappare l’occasione di chiedere lumi su alcune “dicerie” che si sono costruite negli anni attorno a “Cannibal”. Ce ne sono di ovvie, se il regista abbia veramente ucciso degli attori sul set, e di meno ovvie, se esistano un paio di scene estese ed, addirittura, qualche scena inedita di cui si vedono, nella galleria fotografica, un paio di scatti. Su un sito italiano ho letto un “sentito dire” secondo cui, di questo film, esisterebbe una versione di 135 minuti, quindi di quaranta minuti più lunga rispetto a quella appena proposta in DVD… della serie “girava voce che l’Italia vicesse 20 a 0…”


Com'è umano leei!
 A proposito di “Fantozzi”… in “Cannibal Holocaust” c’è anche Paolo Paoloni, il Mega Direttore Galattico di “Fantozzi” e “Il secondo tragico Fantozzi”; nel film di Deodato interpreta uno dei direttori (ma va?) della rete Tv che ha finanziato il reportage “incriminato”.

 Nel documentario “Nella Giungla” prodotto appositamente da Alan Young Pictures per l’uscita DVD, Luca Barbareschi afferma che, in realtà, non c’è alcun messaggio nascosto in “Cannibal Holocaust” e che il regista ha confezionato un puro prodotto di intrattenimento.
 Altri invece sostengono che il film è un vero e proprio atto d’accusa contro la strumentalizzazione che i media quotidianamente operano dei fatti di cronaca a proprio uso e consumo. Personalmente sono molto d’accordo con questa seconda ipotesi, anche perché, francamente, non ho percepito affatto “Cannibal Holocaust” come film di intrattenimento, anzi, tutto il contrario. Me lo sono visto con un nodo allo stomaco che, man mano che il film si completava, si stringeva sempre di più. Credo che il “messaggio” del film sia riassunto nella scena in cui, dopo aver violentato ed ucciso un’indigena poco più che adolescente, il regista del “documentario” viene ripreso davanti alla ragazza impalata, prima con un sorriso soddisfatto per lo scoop appena compiuto, e poi con il consueto sguardo di facciata che anche oggi nella nostra televisione è comune a tanti conduttori quando le loro trasmissioni trattano della tragedia del giorno – un nome più di ogni altro mi viene alla mente, ma non lo faccio per ovvi motivi…



“Cannibal” Shame

 Che, per raggiungere i suoi scopi, “Cannibal Holocaust” contenga scene di violenza sugli animali, lo trovo semplicemente ingiustificabile. L’elenco delle vittime sacrificate al film include nell’ordine: un topo muschiato, una testuggine gigante, una vedova nera, un serpente, una scimmietta, ed un (due) maialino selvatico.

 Sarebbe già stato inaccettabile se si fosse trattato di uccisioni “funzionali” allo scopo del film, ma qui si tratta di sacrifici veramente gratuiti che nulla aggiungono alla narrazione. Lo smembrare una tartaruga ed il prendere a fucilate il maialino, sono azioni che mettono certo ancor più in cattiva luce i protagonisti, ma… insomma… non si capisce perché se le uccisioni degli umani sono simulate, non potessero essere simulate anche quelle degli animali.

 Per farla breve… qualche spesa in più, ed un pizzico di realismo in meno avrebbero risparmiato non pochi problemi alla produzione – che per queste violenze è stata più volte condannata -, ed alla coscienza degli autori.
 Durante il commento audio, più volte Ruggero Deodato giustifica questi sacrifici dicendo che, in realtà, la maggior parte degli animali uccisi sono stati poi mangiati dalla troupe o dagli indigeni. Il problema secondo me è un altro. Non si discute sul fatto che, per nutrirci, sia giusto o meno uccidere degli animali – a me la carne piace - il problema arriva quando certe scene sono realizzate apposta per uno scopo diverso da quello “naturale”.

 Sono molto d’accordo con il regista quando afferma che “Cannibal Holocaust” non è affatto un film horror. Lo considero di più un’avventura in cui il realismo è portato all’eccesso e che, probabilmente, avrebbe guadagnato in popolarità se certi eccessi non fossero stati raggiunti. Mi riferisco alla questione violenza sugli animali, anche perché quella sugli esseri umani non mi ha veramente disturbato più di tanto, ma questo forse perché sapevo che in questi casi si trattava di finzione.


“Cannibal” Pack

 Mi rendo conto di essermi dilungato forse più del necessario sul discorso artistico. Per quanto riguarda il DVD vero e proprio, questa nuova versione di “Cannibal Holocaust” è stata confezionata con più cura del solito. Un tradizionale amaray è infatti racchiuso da una confezione di cartone completamente nera nel quale, prima del titolo, salta all’occhio la scritta rossa “Censurato” – che occupa tutta la larghezza del cartone - seguita dalla frase più piccola “in 23 paesi del mondo”. In molti ci hanno chiesto se la versione contenuta nel DVD fosse veramente censurata.


 In realtà forse sarebbe stato meglio scrivere “Versione Integrale” in grande fatta seguire da “censurata in 23 paesi del mondo”, per evitare ogni dubbio… quella contenuta nel DVD è infatti la versione integrale del film della durata di 92’ netti.

 Sul retro, oltre alle caratteristiche tecniche del DVD ed al visto censura, riferito alla versione uscita nelle sale nel 1980, sono presenti solo i crediti del film, non la trama, che è riportata invece nella fascetta tradizionale. All’interno dell’amaray è presente soltanto il DVD; purtroppo nessun booklet da collezione e nemmeno un foglietto con l’indicazione dell’indice delle scene. E’ indubbio che quando si produce un DVD è meglio investire nella qualità audio-video-extra, ma, quando il prodotto è di buon livello, la cura per il dettaglio riesce a non deludere neanche il più accanito dei collezionisti.


“Cannibal” Menù

 I menù del DVD sono tutti musicati. Il menù principale e quello della selezione capitoli contengono dei filmati; tutto il resto è statico e non ci sono animazioni nel passaggio tra un menù e l’altro. Il font utilizzato per la scrittura del tipo dei menù è lo stesso che abbiamo noi sul sito nella maggior parte delle scritte grafiche ed è il classico “X-Files” ;-)







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